Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola
Roma | Piazza di Sant’Ignazio
Appuntamento con Sergio Bini e il suo saggio
San Benedetto Abate, in un tempo di
crisi, ha elaborato un modello di vita che nei secoli ha ispirato percorsi di
maturità umana e spirituale, di civiltà e di cultura fondati sul Vangelo.
SERGIO BINI nel suo saggio: ORGANIZZA,
APPRENDI ET LABORA ripercorre con profondità l’esperienza monastica considerando
come “I PARADIGMI GESTIONALI DELLA REGOLA BENEDETTINA TRASFORMANO LE
ORGANIZZAZIONI IN COMUNITÀ EFFICACI”.
Nella presentazione ci chiederemo cosa
rende ancora valido, dopo millecinquecento anni l’insegnamento di Benedetto e
se la sua Regola e la sua forma di vita sia ancora capace di formare uomini e
comunità di oggi.
Molti aspetti dello spirito del Santo Abate li conosciamo grazie a quanto ci è stato tramandato dalle istituzioni animate dalla sua esperienza. Ne risulta un uomo di grande profondità: conosceva debolezze e risorse dell’animo umano, fragilità ed energie. Profondo educatore, aveva sperimentato su di sé la radicalità di un’esistenza forgiata nella solitudine, nella contemplazione, nella creatività della comunione della vita fraterna. Una personalità integrata quella di Benedetto, perciò capace di creare, da vero leader, unità nella comunità, guidare le persone con moderazione e risolutezza, sostenere i deboli, incoraggiare i fragili, responsabilizzare i forti, infondere coraggio e speranza, conciliare gli animi, armonizzare gli uomini creando un clima di pace. Il ritmo della vita comune tra preghiera, studio, lavoro, ospitalità, gestione di tutti gli aspetti necessari allo sviluppo del monastero, hanno fatto di questi luoghi un faro di vita evangelica, di cultura, di civiltà. Croce, libro e aratro sono i simboli riassuntivi dell’esperienza benedettina, come ebbe a scrivere Papa Paolo VI. In un mondo in tumulto, imbarbarito e smarrito l’Abate seppe con sicurezza aprire gli animi alle prospettive di un mondo nuovo che ha segnato l’Europa in particolare e tutto l’Occidente.
Dedichiamo l’incontro alla memoria di
Maria Caterina Federici, docente di sociologia recentemente scomparsa. (P.
Vincenzo D’Adamo sj – Rettore)