In preparazione alla Pasqua di quest’anno, in vista di celebrare la liturgica della “Settimana Santa” e rinnovare in noi il senso della vita nuova in Cristo, vi invito a partecipare alla rappresentazione “GIUDA - SIAMO TUTTI TRADITORI?”, sabato 23 marzo ore 21:00 nella Chiesa di sant'Ignazio. Un’opera di Chiara Taigi - nota soprano, qui in veste non solo di cantante lirica, ma di autrice e regista – con la partecipazione di artisti di fama internazionale.
Il tema è scottante sia per il riferimento alla complessa persona
di Giuda, sia per la drammatica esperienza del “tradimento” che può toccare
la vita di ciascuno!
Qualsiasi tradimento, privato o pubblico,
personale o sociale, è una ferita, una disgregazione dell’umanità, quella che è
in noi, quella che è intorno a noi. Il senso dell’umanità alla quale
apparteniamo è rimesso in discussione quando sono infrante le relazioni più
significative: un amore, un’amicizia, un rapporto di fiducia, un progetto
condiviso, un’appartenenza comunitaria, una pratica positiva e pacifica del
mondo. Il Vangelo della Pasqua vuole raggiungere, come “buona notizia di vita
nuova, ri-sorta”, questa condizione oscura che raccorda in sé i tratti più
ambigui del comportamento umano:
l’illusione
(della violenza, per esempio) di risolvere con la forza le tensioni di legittima
giustizia;
la falsificazione
della realtà, per piegare la verità ai propri interessi;
il disprezzo
della correttezza in nome delle logiche di potere;
l’indifferenza che scinde il presunto bene proprio (da salvaguardare comunque)da quello altrui (come se si potesse vivere senza il concorso degli altri);
l’inganno come strategia maliziosa e furba, per affermare sé stessi contro gli altri.
Questi, tra i diversi fattori tristissimi, animano il comportamento del “traditore”.
Come convincersi della necessità di “operare
un passaggio”, di un dover “andare oltre” e attraversare la spessa negatività
umana per far riemergere un’amabilità vera della propria e dell’altrui vita?
Qui mi pare di ravvedere il senso profondo della Pasqua cristiana.
La liturgia ecclesiale, ma anche l’arte autentica nelle sue varie espressioni di bellezza, come sappiamo, sollecita le emozioni, l’immaginazione, l’affettività, non solo l’intelligenza e il senso morale. Può aiutare sensibilmente al risveglio e all’apertura della coscienza; orientare la percezione del bene più grande; raggiungere e toccare il “traditore” che si cela in noi, perché riscopra il suo essere chiamato a divenire “Amico” di Dio e dell’umanità.
(P. Vincenzo D sj)