CHI E' PIER GIORGIO FRASSATI

 PIER GIORGIO FRASSATI NELLA CHIESA DI SANT’IGNAZIO

Verso la
canonizzazione 
• Venerabilità:
   23/10/1987 (G.P. II)
• Beatificazione:
   20/05/1990 (G.P. II)
•Canonizzazione:
       03/08/2025

 


 

Pier Giorgio Frassati nacque a Torino il 6 aprile, sabato santo, del 1901 da Alfredo, fondatore del quotidiano “La Stampa” nel 1895, e da Adelaide Ametis. La famiglia Frassati, appartenente all’alta borghesia locale, è culturalmente di sentire liberale, con il padre agnostico e la madre credente in maniera formale: da questa Pier Giorgio riceve i primi rudimenti del cattolicesimo, mentre la fede, invece, maturerà in lui in maniera inaspettata, divenendo il fondamento stesso della sua vita. Educato presso la scuola pubblica “Massimo d’Azeglio” e poi all’“Istituto Sociale” dei Gesuiti, il contatto con la spiritualità ignaziana e la formazione impartita portarono il giovane a fare la Comunione tutti i giorni, quindi ad entrare nelle Conferenze di San Vincenzo. Da giovane scelse di essere vicino ai bisognosi diventando il “facchino dei poveri”, trascinando per le vie di Torino i carretti carichi di masserizie degli sfrattati e offriva loro conforto e aiuto. Soccorre i malati al Cottolengo

 
La sua fede profonda si nutre di Eucaristia quotidiana, preghiera, confessione frequente. È innamorato della Parola di Dio: fidandosi dell’insegnamento di Gesù, vede nel prossimo la presenza di Dio e si considera «povero come tutti i poveri».
 
Nel 1918 si iscrisse ad Ingegneria meccanica (con specializzazione mineraria) per potersi dedicare a Cristo tra i minatori, che erano tra gli operai più umili e meno qualificati. Nel 1919 aderì alla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Entrò a far parte dell’Azione Cattolica partecipando al circolo Milites Mariae facendo proprio il motto “Preghiera, Azione e Studio”.
 
Le sue giornate erano divise quindi tra preghiera, aiuto ai bisognosi, studio e amici. Dopo la sua morte, i genitori appresero dagli amici e da coloro che avevano ricevuto il suo aiuto, lo stile di vita di questo giovane che correva per le strade di Torino, sempre a piedi perché i soldi per il tram li offriva in elemosina, o per comprare le medicine per le persone ammalate, donando finanche i suoi indumenti per coloro che ne erano privi. Pier Giorgio pur avendo pensato alla consacrazione sacerdotale scelse di vivere la vocazione alla santità nello stato laicale perché questo stile di vita gli permetteva di condividere da vicino il mondo degli umili e dei poveri coinvolgendosi in prima persona. Iscritto al Partito Popolare di don Sturzo, criticò le posizioni politiche fasciste.

Era quasi giunto al traguardo della laurea, gli mancavano due esami, quando muore a Torino sabato 4 luglio 1925 per una poliomielite fulminante, contratta probabilmente assistendo i malati. La folla ai funerali inizia a rivelare alla famiglia e al mondo la grandezza della sua testimonianza cristiana. Si apre così il percorso che porterà alla sua beatificazione, presieduta da San Giovanni Paolo II, in una piazza San Pietro gremita di fedeli, in attesa della sua canonizzazione il 3 agosto prossimo.